Il 07 settembre del 2008 nasce Jonathan Flauto, terzo di due fratelli, Manuel e Ruben.

Sino al 22 settembre 2015 conduce una vita normale, come tanti altri bambini divide il suo tempo tra gli impegni scolastici, il gioco e la famiglia.

Spesso lo si incontrava in giro per il paese con la mamma Annamaria, inseparabili, a rincorrere le tante cose da fare.

Jonathan ha colpito tutti coloro che lo hanno conosciuto per il suo viso sempre luminoso,  pronto a sorridere alla vita.

Il 23 settembre del 2015 alle 8.25 Jonathan accusa un malore e viene prelevato da scuola dal 118. Da quel momento cambia la vita della sua famiglia, dei suoi parenti, dei suoi amici, dei suoi compagni e della intera comunità capacense.

Jonathan diviene figlio, fratello, amico di ciascuno concittadino e non solo.

Dopo un ricovero nell’ospedale palermitano di Villa Sofia e diversi consulti con specialisti di vari ospedali rinomati nel campo dell’oncologia viene trasferito all’Ospedale Gaslini di Genova.

Tutto il paese contribuisce nello sforzo enorme che la famiglia si trova a compiere per affrontare questo lunga andata senza data di ritorno.

Inizia un lungo percorso, durato circa un anno nella realtà genovese, dove la famiglia viene accolta e sostenuta con affetto dai genovesi e siciliani che lì vivono da tantissimi anni, comprese le autorità istituzionali.

La lotta è dura ma Jonahan la affronta con tutta la forza che ha in corpo e che viene alimentata dall’amore della sua famiglia. In questo periodo incontra i VOLO, i suoi cantanti adorati, Beppe Grillo ed altri personaggi del mondo della musica, dello spettacolo e dello sport, compresa la squadra di calcio del Palermo.

Nessuno resta illeso da questa vicenda, in particolare i Volo seguiranno tutta la storia da vicino, mettendo da parte la notorietà e vivendo Jonathan come un loro piccolo amico.

A Capaci, tra un ricovero e l’altro, lo si incontra sempre con mamma, pian piano trascorre sempre più tempo in paese che a Genova perché sembra che la battaglia più grande sia stata vinta.

Nel settembre del 2016 torna tra i banchi di scuola ma soprattutto tra i suoi compagni che gli vogliono un immenso bene.

Da lì a qualche mese lo aspetta il solito controllo di routine, Jonathan stanco viene rassicurato dalla mamma che ormai sono gli ultimi sforzi, del resto al precedente controllo effettuato a settembre tutto era sotto controllo, così il 16 novembre affronta l’ultimo viaggio, purtroppo di sola andata.

Tutto precipita, Jonathan, con il suo corpo travolto e stravolto dalla radio e dalla chemio getta la spugna e così in una lunga notte decide di abbandonarsi all’abbraccio del Padre celeste.

Nelle mattinate dell’undici dicembre vola in cielo per vivere una vita priva di sofferenze e di dolore, una vita eterna divenendo l’angelo dei piccoli ed il custode dei suoi familiari.

La notizia in paese trapela alle prime luci dell’alba e stravolge tutti che non hanno risparmiato preghiere e lacrime per questo piccolo fratello. Si crea una catena umana, una solidarietà che pur non potendo cancellare il dolore sarà da sostegno ai genitori, zii e nonni.

Il 13 dicembre Annamaria con tutta la famiglia torna a casa ed attende con tutto un paese l’arrivo il giorno dopo del piccolo Jonathan per celebrare il funerale.

Padre Davide, presente in tutta questa tragica vicenda, inizia una veglia di preghiera per rinfrancare e rinfrescare il cuore bruciato dal dolore dei genitori e di tutti coloro che hanno amato Jonathan e che ad ogni modo sono stati colpiti da questa storia.

Il 14 dicembre finalmente Jonathan rientra a casa, un rientro doloroso e pieno di lacrime, mai immaginato, perché nessun genitore può né vuole immaginare la scomparsa di un figlio prima della propria.

Il pomeriggio dello stesso giorno, alle 15.00, la chiesa Beata Pina Suriano apre le sue porte illuminate dalle luci natalizie per accogliere un intero paese ed i paesi limitrofi nell’ultimo abbraccio ideale da donare al piccolo ed i suoi familiari.

La chiesa non basta, lo spazio è insufficiente, fuori l’intera piazza è stracolma, nessun festa comandata ha mai visto tanta gente. Viene proclamato il lutto cittadino per le ore del funerale e tutti i negozi del paese restano chiusi.

Il funerale viene concelebrato da Padre Davide e da Don Pietro, tra tante lacrime e la pietosa compostezza dei familiari e quando termina, il paese, in ombra per la tarda ora, è ormai avvolto dalle luci natalizie colorate che gli occhi stanchi e la sofferenza non permette di vedere, tutto si tinge di grigio, lo stesso portone della chiesa che i genitori hanno voluto che restasse illuminato svanisce e resta solo l’immagine di lui che sorride guardando i tanti palloncini bianchi che i compagni hanno fatto volare in cielo.

Il dolore non abbandona i corpi stanchi e le anime sofferenti dei familiari,  troppi mesi a rincorrere una speranza beffarda che svanendo si è portata via la spensieratezza di tante famiglie.

Allora si cerca di tramutare il dolore e la rabbia in forza, la forza necessaria per rialzarsi e chiedere che Jonathan non divenga un semplice triste ricordo ma sia ancora tra noi con la sua voglia di vivere e giocare. Questo chiede Annamaria alle realtà associative presenti, che si facciano portavoce del suo bisogno, della sua famiglia e di quello di tutti coloro che hanno amato Jonathan, farlo vivere ancora per lunghissimo tempo.

Nasce così l’idea di GIOCARE NEL VENTO PER JONATHAN che non vuole essere il momento di una stagione ma un evento annuale che coinvolga tantissimi bambini.

Jonathan non resta solo in questa nuova avventura, lo accompagna Anna Maria Consentino che a soli 19 anni, il 17 luglio del 2013 lascia questa terra per essere accolta dal Padre. Ragazza solare, con tanta voglia di vivere come risorsa per gli altri, soprattutto per i giovani come lei ed i piccoli. Dedica la sua vita allo scautismo sposando tutti i valori che li guidano.

Con loro vogliamo ricordare tutti coloro che pur avendo lasciato fisicamente in largo anticipo questa terra continuano a riempire le nostre vite di amore e fratellanza così come sta accadendo oggi, dove realtà associative e non si sono unite per condividere la certezza che loro sono con noi.

Giochiamo per Jonathan ed Annamaria e ci piace immaginare che da lassù tenendosi per mano ci sorridano tifando per i più piccoli.

 

Maria Rosa Lo Bello

L’amore

 

L’amore è una musica dolce

messa insieme da note

melodiose fatte di sentimento

che volteggiano nell’aria

leggere e serene, senza pensieri

perché l’amore non ha limiti,

l’amore non ha confini, non ha

segreti.

L’amore è un bocciolo di vita

fatto di piccole dolcezze

tesori di sorrisi, dei bambini,

del sorriso caldo e tenero di

una mamma che esterna

la sua gioia e il suo affetto ad

un bambino e guardandolo teneramente

lo riscalda e lo protegge.

L’amore è l’insieme di

brillantini luccicanti che appena

si mettono insieme formano

paesaggi luminosi,

in pace di armonia,

ove si viene trattati

con dolcezza e garbo, dia tutti, ma

soprattutto dalle persone che si vogliono bene.

L’amore sono le risate dei bambini

poiché i bambini esternando la loro semplice

purezza ravvivano

e rasserenano i cuori di chi sta

loro accanto.

L’amore è un valzer di suoni

e pensieri soavi poveri si semplicità ma che nel profondo

sono davvero ricchi di significato profondi.

L’amore è saper apprezzare le dolci

bellezze della vita, coltivando un piccolo fiore apprezzandolo

per quello che è e  farlo crescere immenso e sincero!   

Anna Maria Consentino